Il vitreo, o corpo vitreo è una gelatina trasparente che occupa la porzione d’occhio compresa tra il cristallino e la retina, di cui ne garantisce supporto metabolico e meccanico. Esso è composto per il 99% da acqua e per la restante parte da varie molecole e cellule che ne costituiscono la base. Le fibre di collagene, l’acido ialuronico, diverse cellule connettivali e altre sostanze chimiche (zuccheri e proteine) sono i principali rappresentanti della struttura vitreale.
Sebbene trasparente, il vitreo presenta comunemente alterazioni fisiologiche collegate all’età ed impurità che i pazienti notano e riferiscono come “corpi mobili”. Tali fenomeni aumentano con l’età e con la comparsa di processi di degenerazione vitreale noti con il termine di “sinchisi” e “sineresi” vitreale; questi processi si riferiscono alla fluidificazione ed alla formazione delle lacune che incrementano la visione di ombre o delle cosiddette “mosche volanti” che vengono identificate con il termine “miodesopsie”
Questi fenomeni di degenerazione contribuiscono a ridurre il volume del corpo vitreo e a stimolare la contrazione delle fibre collagene che portano alla perdita delle sue normali aderenze con la retina, scollando le sue parti posteriori. Tale processo è noto come “distacco posteriore di vitreo” e rappresenta una condizione talmente diffusa (presente nel 50-70% oltre i 65 anni e nelle miopie elevate) da essere considerata quasi “fisiologica”. In molti casi il paziente si accorge dell’avvenuto distacco per la comparsa improvvisa di alterazioni della vista (tremolii o annebbiamento) e per la presenza, nel campo visivo, di un corpo mobile di dimensioni più o meno ampie. Essendo un fenomeno comune è nella maggior parte dei casi, privo di conseguenze; tuttavia, in qualche circostanza, le trazioni vitreo-retiniche che hanno indotto il distacco possono esercitare trazioni analoghe nella periferia retinica o in aree più deboli provocandone la rottura. Per tali ragioni, le miodesopsie possono associarsi alla percezione di fosfeni (lampi di luce, anche al buio ad occhi chiusi), che sono il sintomo di una trazione retinica in atto. Il distacco di vitreo può complicarsi con emorragie e rotture della retina (nel 10-15% dei casi) potenzialmente in grado di provocare il distacco della retina.
Per tale motivo tutti i pazienti che notano la comparsa improvvisa di corpi mobili e soprattutto di fosfeni dovrebbe sottoporsi ad esame del fundus oculare per escludere la presenza di rotture retiniche e complicanze.
Non esiste una terapia medica causale per il trattamento dei corpi mobili e del distacco posteriore del vitreo, né tantomeno una profilassi; infatti, la terapia idrica o a base di integratori e anti-ossidanti non ha mai dimostrato una efficacia significativa nel ripristino della fisiologica composizione del gel. In molti casi i pazienti riferiscono un miglioramento della sintomatologia a distanza di qualche mese dalla comparsa, dovuto a fenomeni di adattamento da parte del cervello e alla possibilità che l’addensamento vitreale si sia spostato liberando l’asse visivo.
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