La prevalenza delle malattie allergiche è notevolmente aumentata negli ultimi anni; si stima, infatti, che la percentuale di soggetti affetti da allergie sia il 20-40% della popolazione e che i sintomi oculari siano presenti nel 40-60% degli individui allergici.
Le allergie oculari sono patologie a carattere immunitario, che colpiscono la congiuntiva e la cornea; le forme più comuni sono sicuramente dovute al polline (specialmente in primavera e nelle stagioni più calde) e acari, mentre meno comuni sono forme legate a farmaci, pelo di animali, cosmetici o all’uso di lenti a contatto.
Sono distinte due forme principali di congiuntivite in base all’esordio dei sintomi:
La classificazione basata sulla causa scatenante comprende, invece, le seguenti forme cliniche:
La struttura oculare più colpita è la congiuntiva, che presenta in genere segni di rigonfiamento (edema), rossore più o meno marcato (iperemia, figura 1), secrezione sierosa o siero-mucosa, follicoli ed ipertrofia papillare (Figura 2), mentre spesso la cornea è coinvolta nelle forme più severe, croniche o come complicanza.
In tali condizioni, oltre ai sintomi comuni quali rossore, prurito, fotofobia, lacrimazione e bruciore può essere presente un calo del visus legato alla presenza di ulcere (dette a “scudo”), noduli a livello del limbus sclero- corneale (Figura 3), cheratite puntata o cicatrici sulla superficie anteriore della cornea (Figura 4).
È frequente una contemporanea rinite. Molti pazienti soffrono di altre patologie atopiche, come eczema, rinite allergica ed asma.
Figura 1: Iperemia congiuntivale diffusa
Figura 2: Ipertrofia papillare ad “acciotolato romano” in congiuntivite primaverile
Figura 3: Cheratocongiuntivite atopica con noduli limbari di Trantas
Figura 4 Esiti di ulcera superficiale con neovasi in congiuntivite tipo “Vernal”
La diagnosi è essenzialmente clinica, ma possono essere di supporto alcuni test di laboratorio, test cutanei, dosaggi di Immunoglobuline e test di provocazione congiuntivale.
La prima misura preventiva è evitare l’esposizione all’allergene mentre l’utilizzo di sostituti lacrimali può essere utile sia per rinforzare la barriera protettiva che per diluire allergeni e mediatori dell’infiammazione.
La terapia farmacologica deve tener conto del quadro clinico generale, della durata della sintomatologia, dell’entità dell’infiammazione congiuntivale e di eventuali sintomi sistemici allergici.
Essa è rappresentata dalla rimozione dell’antigene scatenante (quando possibile) e dalla somministrazione di farmaci antistaminici e cortisonici topici (in collirio); solo in casi severi è necessario instaurare anche terapia sistemica.
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